Più
agguerrito che mai il sindaco di Paularo
, Sergio Tiepolo, riparte alla carica per
risolvere l'annoso problema dei suoi
cittadini: l'emergenza idrica. Proprio
ieri il sindaco ha consegnato alla Procura
della Repubblica del tribunale di Tolmezzo
un nuovo esposto chiedendo stavolta di
procedere nei confronti del ministro
dell'ambiente e del territorio, del
ministro del tesoro, del presidente della
Regione e chiunque altro, obbligato per
legge ad attivarsi per risolvere la grave
questione della mancanza d'acqua potabile,
non si è ancora attivato. I reati
contestati nell'esposto sono quelli di
omissione di atti e abusi d'ufficio e
viene sottolineato che la violazione delle
disposizioni in materia di acqua potabile
è penalmente sanzionata. Nel comune di Paularo
e frazioni, secondo paese della Carnia con
i suoi oltre tremila abitanti, l'acqua è
scarsa, ma soprattutto è inquinata. Il
primo cittadino assieme
all'amministrazione comunale è riuscito a
trovare la soluzione al problema
sfruttando l'acqua proveniente dalla
sorgente di Meledis. Ma, nonostante i
soldi necessari all'opera che
consentirebbe appunto lo sfruttamento di
quest'acqua pura, siano stati stanziati,
questi non sono ancora mai arrivati a Paularo
. «Stavolta però - sottolinea Tiepolo,
che per focalizzare l'attenzione sulla
questione aveva fatto per giorni lo
sciopero della fame - dai cronici problemi
connessi alla pluridecennale emergenza
idrica della conca di Paularo
, si è passati ad una situazione di vero
e proprio allarme igienico-sanitario». Di
fatto i cittadini devono bollire l'acqua
per almeno mezz'ora prima di poterla
utilizzare per scopi alimentari, così
persino una pastasciutta viene a costare
un capitale! «Questo perdurare di misure
limitative ed eccezionali - conclude
Tiepolo - induce la popolazione, che sta
sopportando aldilà di ogni limite
temporale l'estremo, nonché costoso,
disagio, ad abbassare la guardia, con
conseguente grave rischio per propria
salute». |
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