«Non ci speravo
quasi più», dice, dolce e sorridente. E invece ora
è in Turchia, pronta domenica a vivere
un'esperienza che, prendendo a prestito espressioni
altrui, comunque vada sarà un successo. Ma attenti
a scambiarla con una seguace decoubertiniana. Lei,
quei 3,5 km di salita del percorso riservato agli
Juniores, li prenderà assolutamente sul serio,
com'è ovvio. Il soggetto che si accoppia ai
suddetti predicati eccolo servito in Lavinia
Garibaldi, diciannovenne di Paularo , atleta della Brugnera Friulintagli,
nonchè una delle portacolori italiane ai mondiali
di corsa in montagna che si terranno appunto
domenica a Bursia.
- Tanto per cominciare così, molto
prosaicamente, questa partecipazione Lavinia se
l'aspettava?
«L'anno scorso ho sfiorato il ritiro
per una sola posizione e non nego che quest'anno
contavo di rifarmi, però, dopo i due quarti posti
nelle prime due prove tricolori avevo quasi perso
la speranza. Anche nell'ultima prova è stata quarta
piazza, ma la somma ha significato per me podio
italiano, e dunque la notizia immediata alle
premiazioni che solo un paio di giorni dopo avrei
partecipato al ritiro in Val Di Susa».
- Dopo Gino Caneva, sei tu a
rappresentare di nuovo la Carnia (e non solo...) ai
mondiali. Pressioni?
«Tutti mi dicono "Vai e
vinci!", ma io so quello che posso e non posso
fare, anche se non conoscendo le avversarie, non
potrei fare pronostici».
- Con una mamma come la tua (Luigina
Menean) che da anni si dedica allo sport, non
potevi proprio scegliere un'altra strada...
«A dir la verità ho iniziato a correre
proprio nel momento in cui lei si è stancata di
insistere per riuscire a convincermi a praticare
sport, e da quel giorno di 5 anni fa, da quella
scelta che ho sentito mia, non ho più mollato,
inziando ad applicarmi seriamente però solo dallo
scorso anno. E non dimentichiamo il ruolo del mio
allenatore, Gianpaolo, compagno di mia madre (Gianpaolo
Englaro, pluriridato master di sci di fondo, ndr)».
- Già, com'è vivere con l'allenatore
in casa?
«Mica tanto facile considerando che
non puoi proprio sgarrare! Però lui è davvero
bravo, ogni tanto s'arrabbia se non seguo i suoi consigli,
e fa bene, perchè quando faccio come dice lui, va
sempre tutto alla perfezione. Soprattutto mi ha
insegnato a gestire gli allenamenti, perchè se
fosse per me rischierei sempre di esagerare».
- Tra la scuola con profitto e un
futuro ideale da guardia forestale, e qualche
problema di salute, cosa rappresenta per te lo
sport?
«E' qualcosa che
farà sempre parte della mia vita e per la quale non
mi costa sacrificare ad esempio i sabati sera.
Certo, a volte, devo fare i conti con il diabete di
cui soffro da anni, ma sport e malattia si
completano, e si aiutano a vicenda nel superare i
momenti duri».
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