Facendo
seguito
con
un
po'
di
ritardo
all'articolo
di
Gilberto
Ganzer
apparso
sulla
prima
pagina
del
Gazzettino
del
Friuli
di
sabato
22
luglio,
dal
titolo:
"Fabbrica
Linussio,
un'occasione
imperdibile",
torna
opportuno
fare
alcune
riflessioni
sulla
città
di
Tolmezzo,
sulla
Carnia
e
sull'amministrazione
regionale
che
vuole
dotare
le
due
entità
di
un
nuova
sede
per
i
suoi
uffici.
Incominciando
da
Tolmezzo,
penso
che
a
nessuno
sfugga
lo
stupro
architettonico
che
in
questi
ultimi
quarant'anni
ha
contrassegnato
sia
l'edilizia
privata
che
pubblica
di
questa
città.
Non
si
è
tenuto
conto
né
dell'ambiente,
né
dei
modelli
storici
e
soprattutto
non
si
è
ricorsi
ad
una
seria
ricerca
estetica
per
la
progettazione
e
l'inserimento
di
nuove
strutture
in
armonia
con
il
preesistente,
il
paesaggio
e
il
parere
dei
cittadini
che
ignari
e
disarmati
oggigiorno
possono
specchiarsi
sui
glaciali
cristalli
del
palazzo
di
giustizia,
del
palazzo
della
posta
o
passeggiare
angosciati
nei
pressi
del
complesso
scolastico
contrassegnato
dallo
squarcio
della
sublime
palestra.
Alla
Carnia
non
è
toccata
miglior
sorte.
I
suoi
comuni,
sebbene
più
in
piccolo,
hanno
copiato
i
modelli
del
capoluogo,
con
cubi,
lucernari
trapezoidali,
e
plessi
scolastici
di
progettazione
mediterranea
che
con
l'ambiente
ed
il
paesaggio
carnico
non
hanno
nulla
a
che
vedere.
Indenni
da
questo
barbarismo
sono
rimaste
le
chiese,
alcune
case
antiche
o
vecchie
che
dir
si
voglia,
e
la
veneranda
"Fabbrica
Linussio"
che
isolata
e
solitaria
sembra
posta
a
riparo
dalle
miserie
e
dalle
rovine
lasciate
dai
vandali
di
casa
nostra.
In
una
Carnia
che
si
sta
spopolando,
con
centinaia
di
case
sfitte
o
disabitate,
si
continua
a
costruire,
privilegiando
il
cemento
e
l'asfalto
per
i
posteggi
della
"signora
macchina".
Anche
quel
po'
di
verde
urbano
che
magari
attorniava
il
monumento
ai
caduti,
la
chiesa
o
il
municipio
è
diventato
marciapiede
di
cemento
o
tombino.
Adesso
si
spera
che
l'Amministrazione
regionale
visto
che
ha
un
po'
di
denaro
da
spendere,
lo
spenda
bene,
dando
un
esempio
diesse
est
intelligere
inteso
al
recupero
del
più
importante
monumento
di
archeologia
industriale
della
Carnia,
dell'intero
Friuli
e
direi
europeo.
La
sua
vastità
può
ospitare
non
solo
gli
uffici
regionali
e
provinciali,
ma
anche
una
notevole
quantità
di
istituzioni
che
in
Tolmezzo
vivono
allo
stato
brado.
Cito
ad
esempio
la
Scuola
di
musica
della
Carnia
che
sistemata
sopra
la
mensa
comunale
ha
come
sala
da
concerto
(dopo
lo
sfratto
dal
salone
del
Museo
Gortani)
una
vera
scatola
di
sardine.
Lo
splendido
salone
delle
feste
tutto
di
gusto
veneziano
del
corpo
centrale
della
"fabbrica",
dimora
dell'illustre
signor
Jacopo
Linussio,
sarebbe
sicuramente
il
più
bel
regalo
che
la
Regione
potrebbe
fare
alla
Carnia
per
le
sue
manifestazioni
culturali.
Giunta
fino
a
noi
integra,
grazie
al
3°
Reggimento
di
Artiglieria
degli
Alpini
che
vi
dimora,
la
struttura
che
presenta
per
la
sua
manutenzione
un
notevole
onere
finanziario
per
l'amministrazione
militare,
in
considerazione
dell'inadeguatezza
della
medesima
alle
esigenze
del
nuovo
assetto
che
stanno
assumendo
le
Forze
armate
bisognose
di
caserme
più
efficienti
e
al
passo
coi
tempi,
potrebbe
essere
facilmente
assunta
dalla
Regione
qualora
ci
sia
una
volontà
politico-culturale
d'interesse
per
la
resistente
provincia
"in
pectore
"della
Carnia.
Volontà
che
di
questi
tempi
sembra
molto
fiacca
e
lontana
un
miglio
dal
dinamismo
di
un
Jacopo
Linussio
che
due
secoli
fa
costruì
in
Tolmezzo
"la
più
grande
fabbrica
di
telerie
che
si
sia
in
Europa"
(Grassi).
La
Giunta
Biasutti
con
il
lungimirante
assessore
alla
cultura
Antonini
celebrò
solennemente
nel
1991
il
bicentenario
della
nascita
di
Jacopo
Linussio
palesando
con
la
grande
mostra
rievocativa
di
Tolmezzo,
Paularo
e
Moggio,
quell'interesse
per
la
Carnia
che
progressivamente
è
scemato
nelle
amministrazioni
successive.
Se
la
Regione
vuole
una
nuova
sede
di
rappresentanza
a
Tolmezzo,
con
la
scelta
della
"Fabbrica
Linussio"
ha
veramente
un'occasione
imperdibile
per
mostrare
la
sua
longanimità
intellettiva
e
la
sua
saggezza;
al
contrario
se
aggiungerà
un
nuovo
cubo
di
cemento
a
Tolmezzo,
vuol
dire
che
della
Carnia
non
gliene
importa
un
fico
secco,
e
neanche
di
abusare
della
sua
pazienza.