Costernazione
e tristezza tra la gente di Paularo
per la repentina scomparsa di Marcello
Gardelli, colto da malore lunedì
al rifugio "Pietro Fabiani".
Una vita da muratore, con diverse
stagioni all'estero, poi il rientro
in paese e il riposo, con la moglie
Bianca, a trascorrere le estati lassù,
in Pecol di Chiaula. Dalla stagione
1995 la coppia gestiva infatti il
rifugio, di proprietà della Regione
e in concessione alla sezione del
Cai di Ravascletto.Lunedì sera,
quando è stato colto dal malore,
Marcello era lì, come al solito. «Mi
ha offerto una bibita. Ci siamo
seduti fuori dal rifugio». Così
ricorda quei momenti al rifugio
Massimo Peresson, dell'agriturismo
Randis, salito in Pecol di Chiaula a
salutare gli amici gestori. Pareva
una serata normale, tra amici.
Ancora scosso, Massimo Peresson
continua: «D'un tratto Marcello ha
avvertito un bruciore forte che gli
impediva il respiro». Sul momento
le cause vengono attribuite alle
solite pastiglie che prendeva e
tutto pare risolto. «Marcello si
era ripreso e io mi sono incamminato
lungo il sentiero per scendere a
valle. Saranno state all'incirca le
20 e 10. Poco dopo ho sentito le
grida di Bianca che mi chiamava.
Sono rientrato di corsa al rifugio e
assieme a Bianca abbiamo cercato di
fare del nostro meglio per aiutare
Marcello. Tutto inutile. Sono sceso
in una zona coperta dalla rete
telefonica e ho chiamato il 118 e
quindi il figlio Fabio, che è
arrivato alle 21 e 40 e si è
prodigato con la respirazione
artificiale, massaggi cardiocircolatori.
Verso le 22, sotto un temporale, con
pioggia, tuoni e fulmini, sono
arrivati i primi soccorsi. Soccorso
Alpino, medico, Guardia di Finanza,
Forestale, Carabinieri. Ma anche per
loro non è rimasto che constatare
il decesso.
All'alba
il corpo di Marcello è stato
trasportato con l'elicottero
all'abitazione in località Cogliàt.
Marcello lascia nel dolore la moglie
Bianca e i figli Cristian e Fabio.
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