Paularo


Paularo - 690 metri s.l.m. - 84,23 km2 - 2.991 abitanti - C.a.p.: 33027


Alcune foto all'interno della chiesa 


Uniti per cantare il Padre Nostro

Un flash sui fedeli


Il torrente Chiarsò, e sul fondo Paularo

PAULARO (Ud)

Frazioni/Località: Casaso - Chiaulis - Dierico - Misincinis - Ravinis - Rio - Salino - Trelli  - Villafuori - Villamezzo
Informazioni turistiche: Pro Loco Val D'Incarojo, p.zza Nascimbeni, tei. 0433-70565 fax 0433-70000
Biblioteche: Biblioteca Comunale, v Sbrizzai 13
Escursioni: Cascata di Salino - Valle d'Incarojo - Valle di Lanza - Monte Sernio - Monte Zermula - Creta di Aips - Creta di Cordin -Monte Avostanis - Monte Paularo - Monte Tersadia - Monte Dimon

Principali monumenti e opere d'arte
          La Chiesa parrocchiale di S. Vita a Paularo è stata edificata al posto di una precedente costruzione nel 1770-1785, dall'architetto tolmezzino Domenico Schiavi (1718-1795); nel 1850 l'eclettico architetto pordenonese Giovanni Battista Bassi ha aggiunto il solenne pronao con ampia trabeazione sostenuta da alte colonne doriche, che conferisce a tutta la chiesa un'impronta neoclassica.
          Slanciato, con sottile cuspide allungata, il settecentesco campanile. L'arioso interno, ad unica navata con angoli arrotondati, conserva affreschi del 1765 di Antonio Schiavi da Tolmezzo; nella navata la Madonna Assunta con i Santi Vita, Cimiamo e Valemmo, la Natività, la Adora-zione dei Magi, Melchisedech e Abramo; nel presbiterio gli Evangelisti.
          Negli altari delle Anime Purganti e di S. Valentino, dipinti ad olio (Le Anime purganti, V Eter-no Padre, la Beata Vergine, Angeli e Santi e La Beata Vergine, S. Valemmo e Santi) di Francesco Pilizzotti di Paularo (1740-1818), seguace del Grassi, al quale si possono attribuire anche i quadroni con l'Ultima Cena e la Moltiplicazione dei pani nel presbiterio. La frazione di Dierico ha nella Parrocchiale di S. Maria Maggiore il monumento più importante della valle d'Incarojo: nell'edificio sacro, che nell'aspetto esteriore neogotico ricorda le modifiche subite nel 1870 (lo svettante campanile cuspidato è invece opera di maestranze car-niche del 1573), contiene al suo interno due importanti opere d'arte, un altare ligneo ed un ciclo d'affreschi cinquecenteschi.
          L'altare è opera del bergamasco Antonio Tironi che si impegnò ad eseguirlo nel 1522: consta di tre piani con quattro mezze figure di Sante (Apollonia, Caterina, Barbara e Lucia) ed il Redentore nel piano superiore; negli inferiori i Ss. Floriano, Urbano Papa, Giorgio, Maurizio, Vito, Leonardo, Giovanni Battista, Madonna con Bambino, Pietro e Michele, figure di bella ed elegante proporzione, dai tratti fini ed espres-sivi che fuoriescono in parte dagli schemi abituali della statuaria locale. La cornice mostra un'intelaiatura solida, massiccia, con pilastri di buona dimensione (decorati con finissimo intaglio di foglie e fiori secondo il gusto lombardesco) ed una altrettanto solida trabeazione.
          Gli affreschi che decorano gli spicchi della volta costolonata, resto dell'antica cinquecentesca chiesetta, raffigurano Dottori della Chiesa con Evangelisti, Profeti, Sante, l'Eterno Padre, l'Annunciazione; nelle pareti resti dei dodici Apostoli.
          Si devono al sandanielese Giulio Urbanis (ca. 1540-1611), particolarmente attivo in Carnia, ultimo rappresentante della grande tradizione dei frescatori friulani del Cinquecento. Vanno datati al 1598.
          Nella Chiesa di S. Giovanni Battista di Trelli una tela settecentesca raffigurante S. Pietro, già attribuita a Nicola Grassi (è invece di Francesco Pilizzotti); nella Chiesa di S. Caterina a Salino, Vallare laterale di S. Antonio (trittico deformato da aggiunte posteriori con statue di scarso pregio) è stato attribuito a Girolamo Comuzzo (secolo XVII).


Dierico, visto dalla provinciale

          Per quanto riguarda l'architettura civile, di particolare nobiltà nel comune di Paularo, begli esempi vanno considerati il Palazzo Calice-Screm (1591), con eleganti ordini di logge in facciata, forse la più bella architettura della Carnia; il Palazzo Mocenigo-Linussio-Fablani (secolo XVIII, a pianta quadrata, progettato con ogni probabilità da Domenico Schiavi), il Pa-lazzo Calice di Villafuori (secolo XVII). Oltre a questi converrà guardare altre abitazioni, anche di tipo popolare ma abbellite da ariose arcate, a Dierico, a Trelli, a conferma della particolare ricchezza architettonica della valle Nel capoluogo, la Casa Scala (secolo XVIII) e da qualche anno sede di un interessante piccolo museo detto La Mozartina, singolare raccolta privata di strumenti musicali antichi e moderni. Di particolare pregio il prezioso organo positivo di Giovanni Battista Testa (1640-1660). Completa la raccolta una mostra di carattere didattico dedicata agli antichi organi ed ai maestri organari della Carnia.