Il
continuo ricambio degli insegnanti? Un vero e proprio
scandalo, soprattutto in presenza di bambini diversamente
abili. Che fare allora? Come combattere i problemi
derivanti da questa mancanza di continuità didattica e
relazionale, cercando di fare in modo che non diventi la
solita crociata donchisciottesca? Primo, cercare di
sensibilizzare chi di dovere. O almeno questo è quanto ha
deciso di fare una signora di Paularo
, nonna di una bambina che in quello stesso comune
frequenta la scuole elementari e "che soffre di
patologie psico-fisiche che richiedono un intervento
continuo di docenti, educatori e assistenti nonchè e
soprattutto l'amore e il sostegno dei nonni visto che la
madre è lontana per ragioni di lavoro". Con le
parole la nonna ha deciso di iniziare la lettera da
inviare al direttore scolastico regionale e al dirigente
del Csa di Udine. "Il caso che voglio sottoporre -
prosegue la nonna - è comune purtroppo, a quanto mi è
stato detto, a tanti ragazzi diversamente abili che
frequentano le scuole, soprattutto nelle zone periferiche
come la nostra. I docenti di sostegno geralmente non sono
di ruolo e vengono quindi nominati annualmente con una
graduatoria nella quale nulla contano le esigenze dei
bambini, bensì solo i punteggi e le scelte dei docenti. E
così può accadere che ogni anno questi ragazzi si
trovino a cambiare insegnante, subendo quindi gli effetti
della inevitabile difficoltà specialmente iniziale di
rapporto e della discontinuità, che già sono nocive
anche agli stessi ragazzi normodotati".
La nonna racconta di essersi rivolta al preside,
"il quale mi ha fatto presente che le norme attuali
per il conferimento delle supplenze non proteggono i
bambini. Mi sembra inconcepibile che una graduatoria conti
più di qualsiasi diritto degli alunni e spero voi
conveniate con me sul fatto che occorre cambiare. Mia
nipote ha avuto la fortuna nell'ultimo anno di avere una
docente del mio stesso paese, che conosce la bambina da
anni e che vorrebbe rimanere, ma il preside ha dichiarato
la sua impotenza di fronte a regole vincolanti. Io credo
che qualcosa si possa e si debba fare", conclude la
signora, rivolgendo un ultimo appello alle autorità
scolastiche, affinchè cessi questo scandalo e il
ministero emani una direttiva atta a garantire maggiore
continuità.
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