Martedì, 9 Agosto 2005

Maestre di sostegno, è un caos...

Nonna di Paularo protesta: «Cambi continui, nessuna continuità didattica per mia nipote».
Il continuo ricambio degli insegnanti? Un vero e proprio scandalo, soprattutto in presenza di bambini diversamente abili. Che fare allora? Come combattere i problemi derivanti da questa mancanza di continuità didattica e relazionale, cercando di fare in modo che non diventi la solita crociata donchisciottesca? Primo, cercare di sensibilizzare chi di dovere. O almeno questo è quanto ha deciso di fare una signora di Paularo , nonna di una bambina che in quello stesso comune frequenta la scuole elementari e "che soffre di patologie psico-fisiche che richiedono un intervento continuo di docenti, educatori e assistenti nonchè e soprattutto l'amore e il sostegno dei nonni visto che la madre è lontana per ragioni di lavoro". Con le parole la nonna ha deciso di iniziare la lettera da inviare al direttore scolastico regionale e al dirigente del Csa di Udine. "Il caso che voglio sottoporre - prosegue la nonna - è comune purtroppo, a quanto mi è stato detto, a tanti ragazzi diversamente abili che frequentano le scuole, soprattutto nelle zone periferiche come la nostra. I docenti di sostegno geralmente non sono di ruolo e vengono quindi nominati annualmente con una graduatoria nella quale nulla contano le esigenze dei bambini, bensì solo i punteggi e le scelte dei docenti. E così può accadere che ogni anno questi ragazzi si trovino a cambiare insegnante, subendo quindi gli effetti della inevitabile difficoltà specialmente iniziale di rapporto e della discontinuità, che già sono nocive anche agli stessi ragazzi normodotati".

La nonna racconta di essersi rivolta al preside, "il quale mi ha fatto presente che le norme attuali per il conferimento delle supplenze non proteggono i bambini. Mi sembra inconcepibile che una graduatoria conti più di qualsiasi diritto degli alunni e spero voi conveniate con me sul fatto che occorre cambiare. Mia nipote ha avuto la fortuna nell'ultimo anno di avere una docente del mio stesso paese, che conosce la bambina da anni e che vorrebbe rimanere, ma il preside ha dichiarato la sua impotenza di fronte a regole vincolanti. Io credo che qualcosa si possa e si debba fare", conclude la signora, rivolgendo un ultimo appello alle autorità scolastiche, affinchè cessi questo scandalo e il ministero emani una direttiva atta a garantire maggiore continuità.

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